Profughi a Gualdo Tadino
Profughi a Gualdo Tadino
A seguito della rotta militare di Caporetto un parallelo sbandamento civile dà vita ad una tragedia collettiva di enormi proporzioni, seicentomila civili sono costretti ad abbandonare improvvisamente le zone invase o minacciate dall’esercito nemico. I profughi assegnati all’assistenza dei comuni della provincia di Perugia sono 6700, provenienti dalle provincie di Belluno, Padova, Treviso, Udine, Venezia e Vicenza.
Va ricordato che nella provincia di Perugia risiedevano già 900 profughi irredenti provenienti da Fiume, Sebenico, Zara, Dubrovnik e Spalato, ospitati e assistiti con enorme difficoltà.
Il 9 novembre 1917 il Sotto Prefetto di Foligno sollecita il Sindaco di Gualdo Tadino a trovare locali idonei per il ricovero dei profughi friulani e di comunicare quante persone il comune è in grado di accogliere. Nella stessa giornata vengono convocati molti proprietari di stabili per prendere amichevoli accordi e provvedimenti al riguardo. All’invito del Sindaco rispondono mons. Roberto Calai, Mario Travaglia, Alfonso Anderlini, il rappresentante dei fratelli Depretis, mons. Antonio Ribacchi, Giuseppe Guerrieri, don Angelo Paffi, Raffaele Morosetti quale rappresentante dei fratelli Pennoni, don Pio Travaglia, Alessandro Sinibaldi, Alfredo Farabi e Romolo Garofoli:
“Gli adunati discussero lungamente sull’argomento in oggetto, e dalla lunga e varia discussone emerse che tutti sono animati dai più generosi sentimenti di ospitalità per alleviare la sventura da cui furono colpiti i profughi del Friuli. Con questi sentimenti e con saggi criteri, si è concluso col proporre quanto appresso:
1 - I posti disponibili per i profughi saranno limitati, per quanto è possibile, a trecento;
2 - Data la difficoltà di poter trovare ambienti vasti e casamenti adatti, si fanno voti perché i prigionieri di guerra che sono attualmente custoditi nel convento dei Zoccolanti, siano trasferiti nella rocca Flea e così nel convento stesso potranno alloggiarsi circa duecento profughi;
3 - Nel palazzo del cav. Cajani, ora di proprietà dei fratelli Depretis e Travaglia, si possono ospitare circa 35 profughi;
4 - Nella scuola di plastica presso l’Istituto Salesiano potranno ricoverasi circa 25 profughi;
5 - Un piccolo appartamento di proprietà del sig. Colbassani Illuminato può essere adibito per circa 10 profughi;
6 - La villa del cav. Sinibaldi Alessandro, situata a circa due km dalla città, è capace di ospitare circa 13 persone;
7 - Il fabbricato di proprietà del cav. Mariano Cristalli, presso le porte della città, può contenere circa 13 profughi;
Questa città può quindi contenere un numero di circa 300 profughi”.
I piani del comune sono scombinati dall’arrivo in città di un tenente del deposito militare di Spoleto, incaricato di provvedere all’accantonamento di circa 1000 soldati reclute per le esercitazioni militari. Non essendovi edifici da poter adibire ad uso casermaggio, il suddetto tenente visita le chiese di S. Francesco e S. Agostino nonché l’edificio scolastico, e ritiene tali ambienti adatti ad ospitare circa 600 militari. Ciò comporta di dover provvedere altri locali da usare per le scuole “e non si è potuto trovare altro che il palazzo di Cajani che era stato destinato a collocarvi circa 35 profughi”.
La nuova situazione che si è venuta a delineare implica che i locali destinati ai profughi sono diventati insufficienti per il numero di 300, nonostante che l’ex monastero di S. Margherita, dopo trattative coi proprietari della fabbrica di ceramiche, possa dar posto a circa 50 profughi, “ma la cosa saliente è che non si potrà avere più libero il convento degli Zoccolanti, attendendosi l’arrivo di altri 200 prigionieri”. La naturale conseguenza è che il Comune di Gualdo Tadino deve ridurre drasticamente la disponibilità di accoglienza. Essendo comunque imminente l’arrivo in città dei profughi, il 12 novembre la Giunta incarica il Commissario Prefettizio, prof. Andrea Mainardi “pel bene della popolazione e dei profughi che saranno qui ospitati”, di acquistare un vagone di patate e una provvista di fagioli nella quantità di 100 o 120 quintali, possibilmente di due o tre qualità.
Alla fine Gualdo Tadino ospita le famiglie Gasparotti, Bassanin, Tonello, Caldarelli, Bellamare, Mergi, Micheletti, Paccagnella, Donnini, Urdido, per un totale di trenta persone.