Luigi Tega
Luigi Tega, classe 1884, 3° reggimento artiglieria da fortezza, 543° batteria d’assedio.
Da qualche settimana tra i reduci gualdesi non si parla d’altro: lo Stato Italiano ha deciso che i combattenti della Grande Guerra riceveranno la croce di Cavaliere di Vittorio Veneto. Luigi fa la sua bella domanda, tutto fatto per benino con l’aiuto della locale associazione combattenti e reduci.
Nei primi giorni del mese di giugno 1971 cominciano ad arrivare le prime cartoline dal comune “la SV. è pregata di presentarsi il giorno xx alle ore xx, munito di documenti di riconoscimento, per il ritiro del diploma, insegna e medaglia-ricordo”. Tutti ricevono la cartolina, tutti meno Luigi: è scomparso dai registri ufficiali, non è mai partito per la guerra, non esiste.
“Oh porca vacca, ammò sta a vedè che scappa fori che la guerra non l’ho mai fatta!”.
Tra l’altro, fatto non secondario, c’è anche da ricevere una piccola pensione e tutto fa brodo.
Impreca oggi, impreca domani, il nervosismo sale alle stelle, ma Luigi non è tipo da aspettare passivo gli eventi: chiede allo Stato Maggiore dell’Esercito un foglio che attesti che lui la guerra l’ha fatta davvero, mica può essere diventato all’improvviso un fantasma!
Bisogna anche tacitare le malelingue. Luigi ama scambiare quattro chiacchiere con le maestranze di una vicina fabbrica di ceramica: dopo aver esaurito la discussioni sul tempo e sulle stagioni balorde, come tutti i reduci, comincia a raccontare i fatti della sua guerra:
“Gigè, com’è! La guerra la guerra, ma a voi la croce di Vittorio Veneto niente?”.
Ormai la situazione è urgente, bisogna giocare d’anticipo: non aspetta più il postino a casa, si reca puntuale tutte le mattine di buon’ora all’ufficio postale e chiede se è arrivato qualcosa per lui. Niente, tutte le mattine rientra a casa ingiuriando l’universo. Giornalmente giura che non metterà mai più piede in quel covo di cocciai malavitosi, salvo poi ripresentarsi puntuale il giorno dopo.
A casa la litania è sempre quella: “tutti so’ diventati cavalieri, altro che io so’ ‘l più cojone?”
Allora, a dispetto dell’età avanzata e a distanza di oltre mezzo secolo, con l’aiuto delle figlie e di un nipote ricostruisce dettagliatamente battaglie e comandanti e invia il tutto alle autorità militari.
Lo Stato Maggiore finalmente risponde: Luigi ha servito la patria, ha partecipato a svariati fatti d’armi, tra cui la famosa battaglia del solstizio; anche lui può fregiarsi del titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto. Alla faccia di chi cominciava a dubitarne!