Giuseppe Moriconi

 

Giuseppe Moriconi, di Andrea, classe 1896, 1° artiglieria pesante

Video-intervista realizzata l’11 maggio 1991

 

In che luoghi avete combattuto durante la guerra?

Un anno l’ho passato a Casale Monferrato, un anno sul monte Grappa poi un anno sul Carso.

Come passavate le giornate non impegnate nelle azioni di guerra?

Sul Carso se passava bene, che un anno senza essere feriti nessuno, senza sentire freddo mai, sul Carso non c’è neve, io stavo dentro ‘na baraccaccia, qualche colpo arrivava vicino ma non ha portato danno a me.

Eravate artigliere semplice o graduato?

No, no, ero trombettiere senza carica.

In quel periodo ne avrete visti tanti morire?

Quando sono stato ferito non ho fatto in tempo a dare l’allarme che alla notte ero assieme a un sottotenente, tutta la notte in piedi, siamo stati in piedi perché che dovevamo aspettà il carro delle munizioni, invece aspetta aspetta quella notte in carro non arrivò.

Ha preso qualche medaglia?

No. Ambè, al tiro alla fune a casale ho preso una medaglia. Era la gara del Corpo d’Armata, fu vinta da noi.

(interviene la figlia) Papà, a me avete raccontato tantissime cose, per esempio quando andavate alle scuderie con gli zoccoletti e quando Francesco Baracca girava con l’aereo.

 

Ah ma quelle so stupidaggini. Da reclute ci avevano dato col corredo degli zoccoletti come quelli delle donne e non ci tenevamo in piedi, si andava con gli zoccoletti alle scuderie per fare ostetria e le perdevamo sempre per andare dalla baracca alle scuderie.

Francesco Baracca lo vedevamo tutti i giorni, quasi tutti i giorni, c’è rimasto nel cuore. Semo rimasti in pochi, che ne semo morti uno sproposito, ma chi si è salvato lo ha sempre nel cuore. Francesco Baracca ha dato soddisfazione sempre, ma un bel giorno, col cielo sereno, un sole, era sul Carso, è comparso all’improvviso st’aereo tedesco, non era ad altezza grande era a mezza costa, quello veniva a vedere le posizioni per vedere come eravamo appostati per poi comunicarlo ai comandi, faceva quel servizio. Tutto a  un tratto scappa fori sta vespa, st’ape, perché era come un’apre, scappa fori Baracca che nessuno l’aveva visto, domandavamo che aveva sto tedesco da scappare via. Baracca ha cominciato a girargli attorno a st’aereo tedesco proprio sopra, gli si è messo davanti e gli ha fatto una scarica e l’ha preso tal tedesco. L’aereo tedesco colpito cercava un atterraggio di fortuna, il bosco non c’era, era tutto pulito dove stavamo noi, era tutto pulito sul Carso, e piano piano è caduto sopra il reticolato de loro, era un Capitano, è atterrato sopra il reticolato.

Come erano i rapporti con gli ufficiali?

Quando stavo al fronte avevo un Capitano che non era  permesso sennò gli potevo dì babbo. Io però me lo meritavo, prima c’era un Tenente che comandava poi è arrivato sto Capitano, che veniva dall’artiglieria da fortezza.

Il Capitano quando è arrivato cercava un buon insegnante per andare al maneggio, che non era pericoloso perché per terra ci saranno stati 50 centimetri de segatura. Il Sergente gli dice di chiamare il trombettiere Moriconi. Me presento e mi disse che andava bene. Il Capitano me dice che la mattina quando so comodo devo sellare un cavallo per lui e uno per me e io sellavo il suo cavallo e il mio. Dico mio ma il cavallo non era mio. Siccome lui non era pratico cadeva sempre nella segatura. Un bel giorno mi dice: “cambiamo cavallo”, e cambiamo sto cavallo gli dico, io non ciò paura de cambiare il cavallo. Dopo un po’ che portava sto cavallo voleva provà a saltare la sbarra, ma sto cavallo  lo aveva riconosciuto che lui non comandava il cavallo, perché era un birbaccione, era intelligente quel cavallo. Lui davanti e io dietro è annato a finì n’altra volta con la testa nella segatura. Sto cavallo ci aveva preso il vizio e lo faceva cadere tutti i giorni.   

Dopo facevamo passeggiate fori in campagna ma mi faceva un danno perché tutto il corredo me lo dovevo portare sul cavallo sempre addosso, tascapane, tromba e tutto l’armamentario e quello me rompeva i coglioni. Ma gle potevò dì babbo.

Dopo è venuto un Tenente in attesa di promozione, non lo vedevi mai con la faccia allegra. Quando venivi punito ti levavano gli 8 soldi della cinquina. Quando ti puniva quel Tenente non ti levava gli 8 soldi della cinquina ma ti faceva legare alla ruota del cannone in vista del nemico, mica lui solo, parecchi ufficiali erano in quel modo. Davanti alla trincea  c’era sempre una sentinella di guardia che sparava ta tutto quello che se moveva, ma la sentinella che vedeva sto soldato legato alla ruota non gli sparava che sapeva che era un soldato punito e non gli sparava.

Voi siete stato mai punito?

No. Solo una volta ho rischiato quando hanno passato in rassegna il corredo e siccome era tutto segnato anche i fazzoletti da naso mi mancava una stupidaggine. Ma non sono stato punito.