Brigata Perugia
BRIGATA PERUGIA - (129° E 130° FANTERIA)
Costituita il 1° marzo 1915: il comando di brigata ed il 129° dal deposito del 51° fanteria: il 130° dal deposito dell’81° fanteria.
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ANNO 1915
Dal 28 al 31 maggio la brigata parte per ferrovia da varie sedi dell’Umbria e si raccoglie a Fontanafredda alla dipendenza della 29° divisione. Dopo successivi trasferimenti a Cusano ed a Codroipo, sosta il 6 giugno fra S. Giovanni di Manzano e Brazzano ove attende al completamento dei suoi reparti e ad un periodo di intensa istruzione.
Il 28 giugno è inviata a Spessa (Cormons) passando alla temporanea dipendenza della 22° divisione ed il 30 è schierata sulla fronte q. 63-Stesa per partecipare ad un’azione verso i ponti di Gorizia e le falde del M. Calvario nel tratto fra Lucinico e Stesa. Tale azione, tentata il 1° luglio con scarsi risultati, è ripresa il 5 e dura fino al giorno 7, ma la vigilanza del nemico e la robustezza dei suoi trinceramenti su quella fronte rendono vani i reiterati attacchi della “Perugia” che paga il suo battesimo di fuoco con un largo tributo di sangue: 25 ufficiali e 712 militari di truppa sono le perdite di questi giorni di lotta. Il 9 essa ritorna in seconda linea fra Olivers e S. Lorenzo di Mossa, il 16 si trasferisce a Brazzano, ritornando alle dipendenze della 29° divisione; il 29 settembre è inviata nei pressi di Buttrio ove continua il suo ciclo d’istruzioni. Il 4 ottobre è trasferita nella zona Moraro-Corona-Mariano ed il 6 schiera un reggimento in linea sulla fronte Mochetta-Mainizza. Nella notte sul 21 ottobre, avvenuta, per opera di altri reparti, l’occupazione di Peteano, il comando della brigata e due battaglioni del 129° si portano a Sdraussina e di qui eseguono uno sbalzo in avanti verso le posizioni nemiche del costone di q. 124 che, dopo accurata preparazione, sono parzialmente occupate il 23 colla cattura di un centinaio di prigionieri, due mitragliatrici ed un lanciabombe.
La lotta si accende violenta in questo settore del M. San Michele dal 24 ottobre e dura quasi ininterrotta per tutto il mese di novembre. Il terreno è da ambo le parti sanguinosamente conteso, ma il 19 novembre i reparti della brigata riescono a conquistare il costone che dalla 3° vetta del S. Michele degrada verso l’Isonzo fra Peteano e Boschini, scacciandone il nemico che nella sola notte del 19 lancia ben sette contrattacchi, tutti respinti. Il contegno della “Perugia”, e specialmente del 129°, merita una lusinghiera citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo.
L’accanimento della lotta risulta dalle perdite subite dalla brigata dal 23 ottobre al 30 novembre: 89 ufficiali e 2332 militari di truppa. Anche il nemico ne subì molto rilevanti ed in una sola trincea furono contati, per la lotta impegnata il 19, 280 cadaveri. Il 6 dicembre la brigata è inviata a riposo a Moraro, donde invia a turno i suoi reggimenti sulle posizioni del S. Michele.
ANNO 1916
Dal gennaio alla metà di maggio la “Perugia” si alterna colla “Lazio” fra turni di riposo a Moraro e turni di linea sul S. Michele, esplicando in quel tormentato settore attiva vigilanza in trincea e compiendo di tanto in tanto delle piccole operazioni intese allo scopo di non dar tregua al nemico sempre vigilante. Degna di maggior rilievo è la puntata offensiva compiuta il 25 febbraio che frutta la conquista di un elemento di trincea incuneantesi a saliente nelle posizioni avversarie, che deve essere in seguito abbandonato poiché soggetto a tiri di infilata. Dal 13 marzo la brigata compie delle azioni dimostrative sulla sua fronte per agevolare il compito dei reparti della 21° e 22° divisione che operano contro le posizioni di “Casa diruta”.
Il 22 maggio la “Perugia” si trasferisce, per via ordinaria, da Mariano a Torsa passando alla dipendenza della 23° divisione e nei giorni successivi raggiunge Ponte di Piave donde, il 29, è inviata per ferrovia a Cittadella.
Il 30 maggio si raccoglie a Camisano Vicentino ed il 4 giugno è spostata a Bressanvido, ove sosta fino al 17 giugno, allorchè è trasportata in autocarri a S. Giacomo di Lusiana e di qui fatta proseguire per Osteria di Granezza, passando a disposizione del comando della 30° divisione. Il 19-20 sostituisce la “Forlì” nel presidio del settore M. Magnaboschi-M. Lemerle (32° divisione). In questo settore essa contrasta attivamente l’aggressività del nemico ed il 25 giugno, avuto sentore che egli ha sgombrata la sommità del M. Lemerle e lo sbarramento della strada fra detto monte ed il M. Magnaboschi, procede senza indugio alla occupazione di detta linea, spingendo dei posti avanzati lungo la strada Cesuna-Roncalto.
L’avanzata continua nei giorni successivi: reparti del 129° raggiungono l’Assa e dopo vari tentativi, resi poco agevoli dalla ripidità delle sue sponde, riescono il 30 ad oltrepassare detto fiume di fronte alla confluenza del Grabo. L’occupazione della sponda destra dell’Assa viene gradualmente rinforzata ed ampliata, nonostante la continua reazione avversaria e vengono iniziati i movimenti per raggiungere la linea Brendola - confluenza di Val Ronco in Val Ghelpac, che sono compiuti il 3 luglio. Intanto i reparti del 129° che sono sulla destra dell’Assa passano alla dipendenza della 30° divisione e respingono lo stesso giorno 3, un attacco nemico in Val Grabo.
Il 7 luglio la brigata, ritratta dalla linea, è inviata presso M. Fiara nella valle di Campomulo, ma vi rimane poco tempo, poiché il giorno 11 è trasferita nel versante orientale di q. 1706 (Casara Zebio) alla dipendenza della 13° divisione, dislocandosi in rincalzo della brigata Bari, che si appresta ad attaccare i trinceramenti nemici di Casara Zebio. Contro questo obbiettivo ha ordine di agire anche la “Perugia”, che nei giorni 12 e 13 luglio compie ripetuti attacchi, ma la intensa reazione avversaria e la speciale sfavorevole configurazione del terreno rendono quasi vani i suoi sforzi cagionando la perdita di 55 ufficiali e 1057 militari di truppa. Sostituita il 14 luglio, la brigata è rimandata in valle Campomulo, ma il 21 è di nuovo in linea, alla dipendenza della 34° divisione, nella zona di Malga Moline, pronta ad agire a sostegno di reparti alpini, tanto in dierezione di Cima delle Saette, quanto in quella di M. Chiesa-M. Campigoletti. Essa non è impegnata ed il 25 rientra nei consueti accampamenti della valle Campomulo, ritornando a far parte della 13° divisione. Il giorno seguente però è ancora in prima linea nel tratto fra M. Colombara e Pozza della Terra Nera a sostituirvi la brigata Salerno.
Il 19-20 agosto è inviata a riposo a Malga Ronchetto ed il 4 settembre ritorna in linea sul M. Zebio al posto della brigata Arezzo. In questo settore la “Perugia” trascorre il resto dell’anno alternando i suoi reggimenti nelle posizioni di prima linea ed esercitando la consueta attività di pattuglie.
L’11 ottobre compie una piccola operazione per scacciare da un elemento di trincea presso la q. 1706 un reparto nemico che era riuscito ad occuparlo il 18 settembre.
ANNO 1917
Fino al 20 febbraio la brigata permane nel settore M. Zebio-M. Colombara; dal 21 al 28 febbraio è sostituita dalla “Catania” ed inviata nella zona fra Solagna-Rossano Veneto e Cittadella, passando a disposizione del comando del XX corpo d’armata. Il 17 maggio è trasferita, per ferrovia, da Cittadella a S. Giovanni di Manzano-Dolegnano alla dipendenza del comando della zona di Gorizia, ed il 21 è inviata ad est di Palmanova fra Visco e Jalmicco (28° divisione).
Il 24 maggio raggiunge la zona fra Devetachi e Vizintini a disposizione del comando della 20° divisione ed il 26 schiera in linea il 129° a Ferletti (34° divisione) ed il 130° ad Oppacchiasella (31° divisione). Il 27 giugno la brigata, che nel suo periodo di linea è stata particolarmente attiva respingendo due attacchi nemici ed occupando, il 4 giugno, una dolina detta “oblunga”, è sostituita dalla “Cosenza” ed inviata prima nella zona fra Perteole-Saciletto, passando alla dipendenza della 33° divisione e poi, il 16 luglio, nella zona fra Nogaredo e Viscone colla 21° divisione che il 30 luglio la schiera sulla fronte compresa fra la q. 87 del Vallone e il Dosso Faiti.
Il 17 agosto scende a riposo a Sagrado ed il 21 si trasferisce a Boschini Superiore, passando alla dipendenza della 31° divisone e schierandosi il 24 sulla fronte compresa fra i capisaldi delle quote 309 e 366. In questa zona, già teatro di sanguinose lotte, la “Perugia” intraprende un periodo di intenso lavoro di sistemazione difensiva ostacolata dal nemico che è particolarmente aggressivo.
Il 6 settembre riceve il cambio dalla “Tevere” e si porta fra Lavariano –Tissano – Chiasellis (16° divisione), vi permane fino al 27, allorchè è inviata, in autocarri, nella regione fra Terzo - S. Martino di Terzo –Malborghetto a disposizione del comando della 34° divisione.
Da questa zona invia a turno i battaglioni al presidio della linea q. 87 (Vallone)-Devetachi. Il 13 ottobre assume la difesa del settore di Selo, ove respinge due attacchi del nemico. Il 27 ottobre, in seguito all’ordine di ripiegamento, la brigata, passata alla dipendenza dela 61° divisione, si porta a Scodovacca, dislocando degli elementi a protezione del movimento. Il 29 raggiunge S. Giorgio di Nogaro, il 30 S. Mauro al Tagliamento e, dopo successivi trasferimenti, il 6 novembre è oltre Piave nella zona fra Meolo e Vallio (14° divisione). Il 7 novembre è trasferita in autocarri a Villorba (4° divisione). Il 12 è fatta proseguire per ferrovia fino a Bassano e di qui con autocarri in Valstagna fra Sasso e Campi di Mezzavia (29° divisione). Il giorno 15 il II/129° ha ordine di recarsi in Val Miela per dare il cambio a reparti del 9° fanteria; sta per raggiungere le posizioni, quando un attacco in forza del nemico obbliga le nostre truppe a ripiegare; il II battaglione riesce a contenere il violento attacco e, schierandosi poco a sud di q. 1559, si aggrappa alle rocce a sud-est da Casarsa Meletta Davanti, ove arresta il nemico ed inizia una violenta azione per ricacciarlo nelle sue posizioni. Sopraggiunti gli altri due battaglioni del 129° nei giorni 17 e 18 novembre rinnovano, insieme al II, vari contrattacchi respingendo nettamente gli austriaci, infliggendo loro gravissime perdite e prendendo un centinaio di prigionieri. Il contegno del 129°, che ha perduto 15 ufficiali e 164 militari di truppa, è elogiato dal bollettino del Comando Supremo. Viene richiamato in linea anche il 130° e schierato su S. Castelgomberto.
Il 21 novembre l’azione è ripresa dall’intera brigata, diretta alla conquista della testata di Val Miela e fino al 24 si svolge su quelle contrastate posizioni una lotta sanguinosa; il nemico, con forze sempre fresche, rinnova disperati attacchi che sono con ogni sforzo contenuti con gravi perdite da ambo le parti: quelle della brigata sono di 67 ufficiali e 796 militari di truppa, compresi i dispersi.
Il 4 dicembre l’avversario, ricevuti rinforzi, sferra due poderosi attacchi: uno contro le posizioni di M. Zomo-Casarsa Meletta Davanti e l’altro contro le posizioni di Tordarecar-Badenecche, riuscendo, in primo tempo, ad oltrepassare le difese accessorie di M. Zomo; ma la resistenza dei reparti in linea, cui si aggiunge il III/130°, fatto accorrere da Costalta, vale a respingere gli attaccanti ed a ristabilire la situazione. Non avviene parimenti per l’azione contro la fronte Tordarecar-badenecche, dove il nemico, forte di numero, riesce ad infliggere ai reparti in linea rilevanti perdite ed a creare larghi varchi nei reticolati attraverso i quali le sue ondate, mentre investono la nostra linea della selletta q. 1441, ove invano resistono reparti bersaglieri, dilagano sul suo rovescio e si spingono a sud del Tordarecar, ma sono contenuti dai superstiti dei reparti bersaglieri col concorso di elementi alpini.
Intanto da q. 1441 il nemico riesce a risalire il costone orientale di M. Miela ed a raggiungere la sella fra detto monte ed il M. Spil, da dove può bersagliare alle spalle le nostre truppe di M. Fior: nel frattempo altri reparti avversari dal settore di M. Fior-M. Zomo riescono a discendere in Val Miela, tragliando in due le nostre truppe ivi di presidio e portandosi sul terco dell’ala destra del 129° occupa il costone tra Buca del Sorlaro e Malga Slapeur. Per ristabilire la situazione viene tentata l’occupazione del costone che da Foza risale a M. Miela da parte di reparti di riserva (II/130° ed un battaglione di bersaglieri), mentre i resti del 129°, ritirati dal costone precedentemente occupato, sono destinati a sbarrare il fondo di Val Miela. Il nemico persiste nel suo attacco violento ma i suoi progressi sono in parte arrestati ed un reparto del 130° riesce ad impossessarsi, con una energica azione, della cima di M. Miela. Il 5 dicembre la minaccia di nuovi attacchi avversari e la mancanza di truppe fresche consigliano la sostituzione dei reparti tanto provati. La brigata che ha perduto 102 ufficiali e 2883 militari di truppa è raccolta il 6 in rincalzo dietro “Cada dei Novanta” e il giorno 8 è inviata a riposo nella zona Carrè-Caltrano-Chiuppano (10° divisione) ove inizia il suo riordinamento.
Nei giorni 23-24 dicembre è inviata in autocarri a Campo Rossignolo (prima 2° e poi 57° divisione) e di qui dislocata sulla linea: Cima Echar - Montagna Nuova per concorrere alla conquista di M. Valbella.
ANNO 1918
Al principio dell’anno i reggimenti attendono a lavori per la costruzione di una nuova linea difensiva sulla fronte Cima Echar - q. 1204 di Montagna Nuova. Il 26-27 febbraio la brigata è trasferita a Campo Rossignolo ed il 10 marzo in Val Granezza, passando alla dipendenza della 11° divisione, che il giorno successivo la impiega sulla fronte C. Traverso-Ponte rotto del Ghelpac e nella zona di Buco Boscon-M. Kaberlaba, in sostituzione della brigata “Volturno”. Sosta poco però in detta fronte, poiché il 27 dello stesso marzo, sostituita dalla 70° brigata britannica, è inviata nella zona del Piave fra S. Eufemia-Villa Coen-S. Leonardo ed il 6 aprile è spostata in quella fra Sabbioncello-Pozze-Sant’Angelo-Campolongo Maggiore. Quivi trascorre un lungo periodo di tempo in speciali istruzioni; il 15 maggio è trasferita nella zona Busiago-Villarappa-Arsego ed il 1° giugno in quella S. Trovaso- Conche-Sambughè-Mogliano Veneto.
Il giorno 15 giugno, ai primi indizi dell’offensiva austro-tedesca sul Piave, la “Perugia” è schierata nel sistema difensivo Meolo-Vallio e al mattino del 17 sostituisce la “Cosenza”, già molto provata, sulla fronte C. Verdari-Caposaldo Pinarello-C. Ninni-Casoni, ove già ferve intensa la lotta. Alle ore 17 i reparti scattano all’attacco su due colonne e, mentre una di esse, con impeto travolgente, sorpassa l’argine di S. Marco e tenta di raggiungere quello “Regio”, il nemico attacca in forze in direzione del trivio Ninni, ove, prima ancora che giungano i primi reparti della “Perugia”, riesce a creare una falla nella quale cerca di incalanare i suoi reparti. Mentre elementi del 129° impegnano una tenacissima resistenza, preferendo la morte alla resa, il comando della brigata col I/129° e coi resti del LIX battaglione bersaglieri, improvvisa un caposaldo un caposaldo umano di tenace resistenza a C. Ninni sede del comando e sulla linea dello Spinosola e con esso resiste per tutta la giornata del 17. L’alba del 18 trova le truppe della “Perugia” decimate ma salde sulle posizioni, contro le quali invano si accanisce il Nemico. Alle ore 13 del 19 questo, che ha ottenuto qualche successo verso C. Martini, tenta con ogni sforzo di travolgere il caposaldo di C. Ninni, ma la resistenza dei reparti, pari alla grandezza dell’ora, non permette alcun vantaggio agli austriaci che tentano di aggirare da destra i reparti della brigata puntando verso lo Spinosola da dove i resti del III/129°, scarsi di numero e stremati, iniziano un lento ripiegamento appoggiandosi al caposaldo di Rovarè.
Ottenuto qualche rinforzo il comando di brigata forma due colonne e le proietta da Rovarè una verso Case ai Comuni-Le Taie e l’altra verso C. Rosi-C. Florian: entrambe, con intrepida volontà, respingono il nemico e gli sbarrano il passo.
La brigata, stanca ma non doma, dopo aver perduto 75 ufficiali e 2040 militari di truppa compresi i dispersi, è sostituita dalla “Macerata” ed inviata il 20 giugno a Spercenigo ed il 21 a Porto di Fiera per riordinarsi e riposare.
Il 23 è trasferita per ferrovia a Camposampiero e di qui, per via ordinaria, nella zona fra Arsego-S. Giorgio delle Pertiche-Villarappa. Il suo contegno merita per la terza volta, la citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo ed una particolare menzione nella motivazione della medaglia di argento concessa alle sue bandiere.
Il 14 luglio la brigata è spostata nella zona fra S. Marco-Salvatronda-Campigo ed il 23 luglio è di nuovo in linea sulla fronte di M. Noselari-Col Moschin.Col Fenilon al posto della “Basilicata” dalla quale, a sua volta sostituita il 25 agosto, si reca nei pressi di Tezze, ove sosta fino al 21 settembre. Da detto giorno fino al 26 si trasferisce a scaglioni e per via ordinaria a Tiarno di Sotto e lo stesso giorno 26 si schiera sulla fronte: M. dei Pini- Bezzecca in sostituzione della “Siena”.
Il 19 ottobre il comando della brigata ed il 130° scendono a riposo a Tiarno di Sotto ed il 2 novembre la “Perugia” si trasferisce a Storo; dispone le sue truppe sulle linee già occupate dalla 4° divisione (Zona Val Daone-Lago di Garda), passando alla dipendenza del comando del XXV corpo d’armata. Il 4 novembre, alla cessazione delle ostilità, lascia la linea e si concentra fra Storo, Condino e Cimego.